Lungo la Strada Provinciale 65, tra le frazioni di S. Nicolò d’Argenta e Consandolo, emerge la mole del turrito palazzo di Benvignante (chiamato “al Turòn” dagli abitanti del posto), pesantemente manomesso nel corso degli ultimi due secoli.

La storia di questo edificio, la cui costruzione risale al 1464 ad opera dell’architetto Pietro Benvenuti degli Ordini, si lega a quella della famiglia di Teofilo Calcagnini, gentiluomo e segretario alla corte estense. Proprio a lui il duca Borso d’Este donò nel Natale del 1465 il palazzo con relative pertinenze, compresa un’osteria con alloggio. Attorno al palazzo si estendevano inoltre un parco alberato, un orto e vasti possedimenti coltivati.

Nel Cinquecento la famiglia ospitava nella propria dimora le attività dei nobili dell’Accademia dei Filareti, che vi si recavano a svolgere le loro riunioni, allietandole talvolta con battute di caccia.

Dalla metà del 1600, il complesso vide una minore frequentazione da parte dei proprietari, i quali a partire dal 1684 cominciarono ad affittare la tenuta per far fronte a difficoltà economiche.

Il palazzo fu poi venduto nel 1818 al conte Luigi Gulinelli, sotto la cui gestione presero avvio le trasformazioni che portarono lo stabile quattrocentesco a rialzarsi di un piano, ad assumere una pianta quadrata e a dotarsi di scuderie per l’allevamento dei cavalli da corsa. Tale rimase il complesso fino al 1944, quando i bombardamenti aerei della seconda Guerra ne distrussero una buona parte.

Oggi il corpo principale è dominato dalla grande torre (al turòn) con merli ghibellini dal cui portale di accesso a tutto sesto si accede al cortile interno, originariamente lastricato di cotto a spina di pesce.

Dal 1990 il palazzo è proprietà del Comune di Argenta. Nell’ultimo decennio importanti interventi hanno rafforzato la struttura, con il rifacimento delle coperture, il ripristino delle finestre murate e il consolidamento dello scalone che porta alla torre. Oltre a questo è stato completato l’impianto base del parco di oltre tre ettari, percorsi ora da una pista pedonale e ciclabile contornata da una doppia fila di tigli, che fanno da quinta all’edificio.