Il ministro dell’Economia annuncia niente scorciatoie: nella Legge di Bilancio 2026 ci sarà spazio solo per la pace fiscale e per il taglio dell’Irpef al ceto medio.
Niente rottamazione delle cartelle esattoriali, almeno non come prospettata nelle scorse settimane. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dal festival Open di Parma, ha ribadito la sua contrarietà a nuove sanatorie generalizzate, aprendo invece alla possibilità di una pace fiscale rivolta a chi vuole davvero mettersi in regola con il Fisco. Una linea dura, accompagnata dall’annuncio di un possibile intervento sull’Irpef con l’aliquota unica al 33% per il ceto medio.
L’esecutivo, stretto tra risorse limitate e vincoli di bilancio, punta a misure mirate: da un lato la riduzione del carico fiscale sui redditi superiori ai 28mila euro, dall’altro un percorso di rientro dai debiti tributari sostenibile, ma senza aperture verso chi ha sfruttato in passato sanatorie e scorciatoie.
Perché Giorgetti dice no alla rottamazione
Il ministro non ha mai nascosto di non apprezzare la cosiddetta rottamazione quinquies, ritenuta uno strumento che rischia di premiare i contribuenti meno corretti. Secondo Giorgetti, non servono scorciatoie che permettano ai “furbetti” di approfittare dei benefici accessori di una sanatoria, ma soluzioni pratiche per chi intende davvero sanare la propria posizione con il Fisco.

La sua proposta è una pace fiscale con rate sostenibili, che potrebbe riprendere lo schema delle 120 rate ipotizzate nelle scorse settimane. Una misura, quindi, non pensata come condono, ma come tregua per chi intende mettersi in regola senza cancellare completamente gli importi dovuti. Per tutti gli altri, ha spiegato Giorgetti, sarà inevitabile la linea dura: più controlli, più accertamenti e una vera e propria “guerra fiscale” contro l’evasione.
Negli ultimi mesi si era discusso degli esclusi dalla rottamazione quinquies e dei requisiti richiesti, ma le parole del ministro chiariscono che la misura, così come immaginata inizialmente, difficilmente troverà spazio nella prossima Legge di Bilancio 2026.
Le misure attese nella Legge di Bilancio 2026
Il nodo resta quello delle risorse. Gli interventi annunciati — taglio dell’Irpef al ceto medio e sanatoria dei debiti fiscali — hanno un costo stimato vicino ai quattro miliardi di euro, una cifra che mette a rischio la sostenibilità dei conti pubblici. Non a caso lo stesso Giorgetti ha frenato sulle promesse, ricordando che ogni misura dovrà fare i conti con la disponibilità finanziaria reale.
Il piano del Governo punta a un doppio obiettivo: alleggerire la pressione fiscale su milioni di lavoratori e, allo stesso tempo, ridurre il carico delle cartelle pendenti, che continuano a pesare sulla Riscossione. La tregua fiscale potrebbe rappresentare una soluzione equilibrata: permettere ai cittadini di dilazionare i propri debiti e, al contempo, garantire allo Stato entrate certe senza regalare vantaggi indebiti a chi ha accumulato pendenze senza intenzione di pagarle.
Accanto a queste misure, Giorgetti ha lasciato intendere che ci saranno maggiori controlli sull’evasione fiscale, con l’obiettivo di rafforzare la lotta a chi non paga le tasse e, nello stesso tempo, costruire un percorso sostenibile per chi vuole tornare in regola.
Al momento, però, restano solo dichiarazioni di intenti. La Legge di Bilancio chiarirà nei prossimi mesi quali saranno le misure concrete e in che forma verranno attuate. Una certezza, per ora, sembra esserci: la rottamazione delle cartelle come conosciuta fino a oggi non troverà spazio, sostituita da una pace fiscale selettiva e da un intervento sull’Irpef che dovrebbe favorire soprattutto il ceto medio.