Non hai mai lavorato? Dal 2026 aumenta l’assegno sociale: i nuovi importi mensili

Lorenzo Fogli

Settembre 24, 2025

Chi non ha mai lavorato e quindi non ha versato contributi non può accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni. Per maturare questo diritto servono almeno 20 anni di versamenti, o in alcuni casi 15 anni con le deroghe Amato. In alternativa, è possibile andare in pensione a 71 anni con almeno 5 anni di contributi, purché successivi al 1° gennaio 1996.

Per chi non ha mai svolto attività lavorativa, resta la possibilità di richiedere l’assegno sociale, una misura assistenziale che garantisce un reddito minimo a chi non dispone di mezzi sufficienti di sostentamento. Dal 1° gennaio 2026, questo strumento vedrà un aumento dell’importo mensile grazie all’adeguamento all’inflazione, fissato all’1,7%.

Chi può richiedere l’assegno sociale nel 2026

Il requisito anagrafico resterà invariato: serviranno 67 anni per presentare domanda. Potrebbe cambiare solo dal 2027, quando è previsto un possibile aumento di tre mesi in linea con l’età per la pensione di vecchiaia.

Dal punto di vista della cittadinanza, l’assegno sociale spetta a cittadini italiani, comunitari residenti in Italia e iscritti all’anagrafe, extracomunitari con permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo, oltre a rifugiati e titolari di protezione sussidiaria.

Fondamentale il requisito della residenza continuativa: bisogna aver vissuto stabilmente in Italia per almeno dieci anni.

L’accesso dipende poi dai limiti reddituali, che nel 2026 saliranno insieme all’importo dell’assegno. Il diritto pieno è riconosciuto a chi non ha alcun reddito, ma l’assegno può essere concesso in misura ridotta se le entrate restano entro i nuovi tetti fissati.

A quanto ammonta il nuovo importo

Grazie alla rivalutazione, l’assegno sociale mensile passerà da 538,68 euro del 2025 a 547,82 euro, con un totale annuo superiore a 7.121 euro suddivisi in tredici mensilità.

Per chi non è sposato, l’assegno ridotto potrà essere concesso fino al nuovo limite di 7.121 euro di reddito annuo personale. Per i coniugati la soglia raddoppia a 14.242 euro di reddito familiare complessivo, sempre con la possibilità di erogazione parziale.

Resta in vigore l’incremento al milione, che dal compimento dei 70 anni consente di elevare l’assegno fino a circa 751 euro al mese, garantendo un livello minimo più adeguato per gli anziani senza risorse.

Il 2026 conferma dunque l’assegno sociale come un pilastro dell’assistenza italiana, rivolto a chi non può contare sulla pensione ma ha bisogno di un sostegno economico essenziale.

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