Marte ha un volto ghiacciato: l’INGV scopre nuove tracce di ghiaccio superficiale

Marte Nasa

L’INGV svela indizi preziosi per le future missioni spaziali. - www.ferraradeltapo-unesco.it

Luca Antonelli

Settembre 24, 2025

Rivelate lingue glaciali, flussi di ghiaccio plastico e dinamiche invisibili finora: le nuove scoperte cambiano la nostra visione del Pianeta Rosso.

Una recente ricerca dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), condotta insieme ad università italiane e internazionali, ha portato alla luce evidenze concrete della presenza di ghiaccio superficiale su Marte in zone a medie latitudini, specialmente nell’area di Ismenius Lacus. Grazie a immagini ad altissima risoluzione e a ricostruzioni tridimensionali, sono emersi segni che suggeriscono che il ghiaccio non sia solo una reliquia antica, ma un elemento attivo nei processi morfologici del pianeta. Queste scoperte offrono spunti importanti per future missioni, per capire meglio la storia dell’acqua marziana e per valutare se particelle di ghiaccio possano sostenere attività che fino ad oggi erano solo ipotetiche.

Segni visibili di ghiaccio plastico e dinamiche recenti su Marte

Lo studio, pubblicato su Remote Sensing, ha puntato su morphologie riconducibili a lingue glaciali superficiali, ovvero formazioni di ghiaccio che scorrono, anche se molto lentamente, sulla superficie del pianeta. A differenza dei ghiacciai terrestri, in questo caso il ghiaccio non deriva da nevicate, ma pare emergere da processi legati al permafrost, che nel sottosuolo contiene acqua ghiacciata che può fondere parzialmente in estate, affiorare e muoversi. Le immagini satellitari e le ricostruzioni stereoscopiche digitali hanno permesso di osservare strutture come corpi con forme spigolose (SEP), fratture caratteristiche, “canali” con falsi meandri e strutture a spina di pesce — tutte segnali coerenti con un flusso plastico del ghiaccio. Inoltre, i dati climatici satellitari suggeriscono che nonostante l’area sperimenti fasi di fusione estiva parziale, la fase solida del ghiaccio rimane stabile per gran parte dell’anno, confermando che si tratta di ghiaccio presente in modo persistente, non solo stagionale.

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Una scoperta che apre nuovi scenari per l’esplorazione marziana. – www.ferraradeltapo-unesco.it

Perché è una scoperta che cambia prospettive

Nel corso degli ultimi decenni, la presenza di ghiaccio su Marte è stata confermata soprattutto nei poli e in profondità sotto la superficie. Tuttavia, scoprire tracce attive o recenti di ghiaccio superficiale a latitudini medie cambia la narrativa scientifica: significa che l’acqua sotto forma solida potrebbe essere più diffusa, accessibile e dinamica di quanto creduto. Questo implica che le condizioni climatiche locali, il bilancio termico e le proprietà del suolo (come la composizione, l’isolamento termico e la capacità di trattenere l’umidità) giocano un ruolo molto più importante di quanto si pensasse. Per le future missioni robotiche e forse umane, sapere dove si trovano depositi di ghiaccio “facili”, che non richiedono trivellazioni profonde o perforazioni estremamente costose, può fare una grande differenza.

Implicazioni future: esplorazione, risorse e vita?

Queste evidenze aprono una serie di domande affascinanti e rilevanti. Innanzitutto, se il ghiaccio superficiale può muoversi o riformarsi in certe stagioni, che tipo di condizioni ambientali lo permettono? Qual è la persistenza di queste strutture? Potrebbero esserci microclimi che favoriscono la presenza di acqua solida vicino alla superficie, che in passato erano considerati troppo secchi o troppo freddi. Inoltre, in un’ottica di missioni umane su Marte, depositi di ghiaccio accessibili rappresentano risorse preziose per approvvigionamento d’acqua, produzione di ossigeno, e supporto vitale. Infine, sul fronte della ricerca astrobiologica, la vicinanza del ghiaccio alla superficie aumenta le possibilità di trovare tracce di attività biologiche passate, preservate nel ghiaccio, o condizioni favorevoli per la vita microbica.

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