Paesaggio Culturale

Ferrara, esemplarmente progettata nel Rinascimento, conserva il suo centro storico intatto. I canoni della pianificazione urbana qui espressi ebbero una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti.
Le residenze dei duchi d’Este nel Delta del Po illustrano in modo eccezionale il riflesso della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale.
Il Delta del Po è un eccezionale paesaggio culturale pianificato che conserva in modo notevole la sua forma originale.

“Esemplarmente progettata nel Rinascimento…” certo: basta percorrere le vie del centro storico per capire che Ferrara è attraversata da un’idea semplice e sapiente che ha organizzato lo spazio urbano nel Rinascimento e che resta perfettamente leggibile ancora oggi. Gli ampi assi viari ortogonali tracciati alla fine del Quattrocento hanno dato alla città il respiro di una capitale europea. Su quegli incroci che aprono allo sguardo nitide prospettive si affacciano, senza mai soverchiare l’unitarietà dell’insieme, i grandi palazzi signorili con gli ampi spazi dedicati a parchi e giardini. Questa misura ha avuto un’eco vastissima nel Rinascimento ed è divenuta un paradigma per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti.
La fortuna di Ferrara è legata a quella degli Estensi, la famiglia che ha regnato sulla città per tre secoli, dal Tre al Cinquecento, dando vita a quello che è stato definito un Rinascimento particolare, all’interno del quale vennero elaborate intuizioni ed innovazioni che ebbero larghissimo seguito ed influenzarono la cultura del tempo, in Italia ed in Europa.
Limiti ed ostacoli oggettivi, come l’esiguità delle risorse economiche e territoriali, furono la scuola attraverso la quale si apprese a fondere in modo originale il bello e l’utile, e così pure a giustapporre con grande efficacia elementi naturali ad interventi artificiali. Le stesse mura della città, per esempio, che all’esterno erano percepite come opera difensiva, all’interno erano fruite come giardini, peschiere, agrumeti e perfino terme, aree attrezzate con sofisticati interventi di architettura del paesaggio che offrivano un contesto esemplare per esaltare la magnificenza del Principe.
Analogamente la necessità di recuperare e rendere produttive le distese palustri che si estendevano oltre i confini della città, attivò un vasto programma di bonifiche e lo sfruttamento dei terreni fertili venne affidato a ville e “castalderie”, dove si provvedeva ad amministrare beni agricoli su vasta scala o a tutelare ampi spazi venatori.
Non esisteva un sistema di controllo militare del territorio: le delizie rappresentavano nella pianura una sorta di traguardo che indicava la presenza autoritaria della Signoria, mentre l’unica vera linea difensiva era affidata alla natura impervia dei luoghi e alla cintura delle valli.
Dopo il prosciugamento delle paludi (i polesini) nuove componenti assunsero un ruolo fondamentale nella caratterizzazione del paesaggio: i manufatti legati al lavoro di bonifica e la fitta rete di canali regolari, sfruttati sia per la gestione delle campagne sia come vie di comunicazione per i commerci e gli spostamenti della stessa corte.
Come segno eccellente di questo controllo sul territorio che lo ha trasformato da incolto, umido e paludoso in agricolo, resta il sistema di Delizie, dimore principesche, centri di svago e di cultura, molte delle quali tuttora conservate e restaurate.